IL 2022 ci porterà un CAFFÈ più caro
Il caffè è la terza bevanda più consumata al mondo, ciò nonostante tutti i paesi produttori stanno producendo sempre meno caffè, in particolare la varietà Arabica, che rappresenta più della metà della produzione mondiale. A ciò si associa il problema della forte richiesta di questo prodotto, data dal grande consumo che se ne fa di esso; infatti sono tanti i paesi che hanno riscoperto questa bevanda, basti pensare alla Cina, per antonomasia paese consumatore di tè, che guarda alla bevanda nera come una degna “compagna di merenda” della tradizionale bevanda nazionale.
D’altra parte la minore capacità produttiva deriva anche da altre problematiche, a partire dalle condizioni climatiche, sempre più avverse che stanno colpendo i paesi produttori.
Le produzioni di caffè sono state decimate a causa degli eventi climatici estremi che hanno coinvolto i Paesi produttori durante gli scorsi mesi. Il fenomeno principale che più ha danneggiato i raccolti è quello de “La Niña”, fenomeno meteorologico che causa il raffreddamento del Pacifico nell’America Meridionale e che spinge l’acqua più calda verso l'Asia. Durante questo fenomeno, generalmente, in America del sud si tende ad avere più siccità con temperature invernali più secche e calde del normale.
Questo fenomeno oltre ad aver penalizzato la produzione del 2021, secondo alcuni studi si interesserà anche il prossimo anno, continuando a creare disagi a tutti i produttori di caffè. Produrre caffè oggi è sempre più difficile; alle ghiacciate del Brasile, alle forti piogge in Colombia, alle problematiche generate dal covid, si deve aggiungere la guerra in Ethiopia e la continua espansione del fungo chiamato “leaf rust”, che sta ammazzando diverse coltivazioni in tutti gli stati in cui il caffè viene prodotto.
Che cosa sta facendo l’industria del caffè per rispondere a queste sfide? Prima fra tutto è sembrato utile innalzare il prezzo del caffè, che dovrebbe essere a sostegno di questa crisi produttiva. Sul campo invece si sta sperimentando, grazie all’impegno dei ricercatori, la coltivazione di nuove varietà botaniche più resistenti all’avversità climatiche e capaci di produrre quantità superiori rispetto alle varietà arabica originarie. Ci auguriamo che questi test abbiano una buona riuscita, evitando il rischio di rimanere senza caffè entro il 2050.